Messaggio dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice per la Quaresima.
“Il tempo di Quaresima è un tempo opportuno per far maturare e accrescere il volto sinodale della Chiesa, proprio perché è un tempo di conversione e di cammino penitenziale”
Carissimi, Carissime,
ci apprestiamo a intraprendere con gioiosa speranza il tempo liturgico della Quaresima mentre viviamo il secondo anno del cammino sinodale, che vede impegnate le Chiese del mondo intero e in particolare quelle italiane.
Una Chiesa sinodale è innanzitutto una Chiesa dal timbro penitenziale, consapevole di dover ‘ri-volgere’ il proprio sguardo a Dio e ‘ri-tornare’ ad accovacciarsi ai piedi di Gesù per essere trasfigurata dallo Spirito, conformata al suo Signore e Maestro e inviata ancora agli uomini e alle donne di questo nostro tempo.
La preghiera che da secoli la Chiesa radunata in Sinodo usa, l’Ádsumus, trasuda di questa ‘consapevolezza penitenziale’ quando ai sinodali fa dire: «Siamo qui (dinanzi a te), Signore Spirito Santo (Ádsumus, Domine Sancte Spiritus), trattenuti dall’enormità del nostro peccato, ma riuniti in maniera speciale nel tuo nome (sed in nomine tuo specialiter aggregati): vieni, renditi tu presente a noi; degnati di penetrare nei nostri cuori; insegnaci cosa fare; mostra dove incamminarci; opera tu ciò che dobbiamo fare. Sii tu solo l’ispiratore e l’autore dei nostri giudizi».
Il tempo di Quaresima dunque è un tempo opportuno per far maturare e accrescere il volto sinodale della Chiesa, proprio perché è un tempo di conversione e di cammino penitenziale per riprendere a seguire la voce del Signore: «Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altro Dio al di fuori di me» (cfr Es 20,2).
Per la Chiesa intera, per ogni nostra comunità, associazione e gruppo, la Quaresima è un più esplicito e consapevole impegno a camminare insieme secondo lo Spirito Santo. È una sorta di sosta comunitaria lungo la via, un fermarsi idealmente e spiritualmente in un luogo deserto, dove far memoria delle origini. Un tempo agonico dove combattimento interiore e rinuncia guidano e accelerano il passo discepolare dietro a Gesù. Spazio e tempo di un ritrovato coraggio di verifica: se i nostri atteggiamenti e le nostre scelte corrispondono a quelli del Maestro; se la bussola che guida la nostra vita e i nostri vissuti ecclesiali è ancora la Parola di Dio contenuta nelle Scritture ascoltate nella santa Assemblea e meditate nel segreto del cuore; se intercettiamo e ascoltiamo il gemito dello Spirito dentro il travaglio dell’umanità e ne condividiamo con creativa responsabilità – sostenuti e illuminati dalla Pasqua di Cristo – le angosce e le attese, i fallimenti e i percorsi di liberazione.
È l’umanità tutta, è la creazione tutta che grida oggi, e noi discepoli e discepole di Cristo siamo chiamati ad unirci a questo grido, ad ascoltare queste voci, senza presunzione. Profondamente convinti che la luce e la via vengono solo dallo Spirito che grida nell’umanità, e nella natura ferita e che chiede ascolto spassionato e privo di condizioni. Questa Quaresima ci chiede un di più di ascolto comunitario del nostro tempo, della ‘Casa comune’ che sono le nostre città e l’intero pianeta che ci ospita. Ci chiede di far nostre le ferite del mondo colpito da calamità naturali, come il devastante tremendo terremoto della Turchia e della Siria, e sfregiato da guerre irrazionali e assurde – oggi più che mai –, a cominciare da quella in Ucraina alle porte dell’Europa deflagrata proprio un anno fa.
Adoperiamoci a dare un timbro comunitario al percorso Quaresimale, intraprendiamo insieme questo itinerario di conversione al Signore arricchiti dall’ascolto che ci offriranno i Cantieri di Betania predisposti per questo secondo anno del cammino sinodale. Come ci ricorda il Santo Padre nel suo Messaggio per questa Quaresima: «Il nostro cammino Quaresimale è “sinodale”, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che Lui stesso è la Via, e dunque, sia nell’itinerario liturgico sia in quello del Sinodo, la Chiesa altro non fa che entrare sempre più profondamente e pienamente nel mistero di Cristo Salvatore».
Impegniamoci ad attivare e animare nei Vicariati, nelle Zone pastorali e nelle comunità parrocchiali i quattro Cantieri di Betania e sosteniamoli vivendo momenti gratuiti di ascolto orante della Parola e di silenzio.
Accompagniamo questi “cantieri” osando alcune rinunce per dare il giusto valore alle cose, rafforzare il nostro uomo interiore e ritrovare la parresia della libertà cristiana.
Adoperiamoci a porre con audacia ‘fatti’ di Vangelo: riscopriamo il comandamento dell’amore, disposti anche a vivere il dono del proprium cristiano che è l’amore dei nemici (cfr Mt 5,43-45), pratichiamo la giustizia ed impegniamoci ad essere operatori di pace. Seminiamo parole e segni di misericordia e di riconciliazione, pratichiamo gesti concreti di carità e di accoglienza soprattutto verso i bisognosi e i senza voce, con l’impegno di adorare in loro la presenza del Signore, considerato che qualunque cosa abbiamo fatto ad uno di questi fratelli e sorelle l’abbiamo fatta al Signore. Lui tornerà alla fine dei tempi a giudicarci sull’amore (cfr Mt 25,31-46).
Ci accompagni in questo itinerario di grazia e di conversione che è la Quaresima il materno sguardo di Maria Santissima, l’Addolorata, come anche la fraterna e fedele compagnia del Beato Pino Puglisi, certi che il trentennale del suo martirio in odium fidei segnerà una rinnovata vitalità della nostra amata Chiesa palermitana.
Vi abbraccio e vi benedico nel Signore.
Palermo, 19 febbraio 2023
+ Corrado, Arcivescovo